Idee come panni stesi
Idee come panni stesi

Idee come panni stesi

Come farsi venire un’idea originale per una storia?

Questo è il cruccio di ogni scrittore che ami definirsi tale, è la domanda delle domande a cui sono già state date mille e più soluzioni.

Non starò a stilare l’elenco dei 7,10,15 o addirittura 22 modi per riuscire a trovare l’idea del secolo per il romanzo del secolo, ma mi avventuro in alcune riflessioni e vi racconto come faccio io.

Le idee sono intorno a noi, in casa, nascoste tra gli abiti vecchi, quelli che non metti più, ma che comunque hai deciso di non gettare via; nei diari di quand’eri ragazzina quando scrivevi perché Luigi ti piaceva più di Gianni ma anche perché la mamma e il papà quella volta ti avevano davvero delusa; al piano di sopra dove abita una splendida ottantacinquenne che ha divorziato da suo marito quando di anni ne aveva settantanove; o ancora in ufficio, in TV, nei giornali, in internet e chi più ne ha più ne metta.

C’è anche chi cerca storie solo nel proprio vissuto, tanto che autorevoli autori sostengono che se vivi una vita ordinaria non puoi diventare uno scrittore.

Lo so, lo so. La storia della letteratura mondiale ci dice altrimenti.

Tanti anni fa m’imbattei in un romanzo straordinario: “Il mondo secondo Garp” dello scrittore canadese John Irving. Edito nel 1978, libro narra le vicende di T.S. Garp che sin da piccolo desidera diventare uno scrittore; poi cresce, viaggia, s’innamora, si sposa ha dei figli, gli succedono alcune disgrazie e alla fine viene anche… no, resisto agli spoiler!

È un libro denso di avvenimenti, di personaggi e delle loro sfaccettature caratteriali, nonché di storia, quella con la S grande, eppure a me è rimasto impresso soprattutto perché il protagonista, dall’inizio alla fine della sua carriera di scrittore, si ostina a cercare storie che non abbiano alcun appiglio con la sua vita reale e quando di tanto in tanto si accorge di aver tradito questo suo proposito si arrabbia e distrugge il frutto delle sue fatiche.

Insomma, nei miei tentativi di seguire le orme di Garp io mi sono inventata un metodo personalissimo di trovare spunti per i miei racconti e gli ho anche dato un nome: lo storytelling dei panni stesi.

Mi piace tanto camminare per la mia città, adoro i quartieri popolari dove i bimbi giocano ancora per strada, gli anziani stanno seduti davanti alla porta, nelle giornate di sole a gruppi di tre e le donne si parlano da una finestra all’altra mentre stendono il bucato.

È incredibile, ve lo assicuro, quante storie si possono immaginare osservando il bucato steso di una famiglia: tute da lavoro accanto a pigiami di seta e biancheria di pizzo, mute da sub, asciugamani logori e lenzuola ricamate. Tutta la gamma dei personaggi della letteratura classica la potresti trovare stesa ad asciugare su un balcone di periferia.

Una volta, da uno stendino carico di sole cravatte multicolori, è venuta fuori la storia di una sartina che cuciva abiti da sera disfacendo cravatte da uomo e di come faceva a procurarsene tante.

Un capolavoro magari no, ma originale, si.

Ho preso così l’abitudine che quando piove e fa freddo e non posso uscire a camminare per spiare il bucato altrui, la mia fantasia si lamenta affamata di spunti con cui potersi nutrire. Quindi se per caso qualche ramingo lettore avesse un’alternativa da suggerire o solo volesse raccontare dove diavolo va a pescare idee per le proprie storie, eccoci qui tutt’orecchi ad ascoltarlo o tutt’occhi per leggerlo.

Da dove arrivano le idee per i vostri racconti o romanzi?

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