A tu per tu con Gianluca Massimini
A tu per tu con Gianluca Massimini

A tu per tu con Gianluca Massimini

È con grande piacere che inauguriamo questa nuova rubrica per scoprire il dietro le quinte dell’editoria. Una serie di chiacchierate con editor professionisti per capire meglio un lavoro spesso nascosto ma essenziale per avere tra le mani un buon libro.

Il nostro primo e graditissimo ospite è Gianluca Massimini. Nato a Pescara, dopo gli studi universitari ha svolto varie attività, vivendo per qualche anno a Bologna e successivamente a Vicenza, città nella quale risiede tuttora. Ha pubblicato molti racconti su rivista e due raccolte. Collabora attualmente con Lankenauta: letteratura e altri mondi e con alcune case editrici.

Ciao Gianluca, benvenuto e grazie di tenere a battesimo questa nostra rassegna che ci aiuterà a svelare la parte meno conosciuta del mondo editoriale e quindi dei libri che i lettori avranno tra le mani un domani.

La prima domanda che ti poniamo è questa: oltre a essere un editor, collabori con svariate riviste letterarie e case editrici, sei un autore di racconti e un blogger per il sito “Lankenauta”. Quale di questo ruoli senti più tuo?

Sento più mio quello dell’autore. La scrittura viene per me prima di ogni cosa. È una gioia che mi accompagna da anni, a cui mi dedico giorno dopo giorno. Per molto tempo è stata la mia unica passione. Solo in un secondo momento ho iniziato a dedicarmi ai libri degli altri, recensendo in grande quantità e collaborando con le case editrici nei più svariati ruoli. Devo però aggiungere che la confidenza con la pagina scritta, perseguita con dedizione e accompagnata dalla consapevolezza di cosa stia facendo, è l’elemento che a mio avviso mi consente di entrare più in profondità nei testi altrui, di coglierne cioè al meglio gli aspetti strutturali e stilistici, tematici, cosa che forse non sarei stato in grado di cogliere appieno se fossi rimasto esclusivamente un lettore. Detto in parole più semplici, credo che uno scrittore, o chi ha in genere molta familiarità con la scrittura e le tecniche narrative, legga e possa intervenire su un testo letterario in modo diverso da chi abitualmente non scrive, e che in fase di editing questa componente possa rivelarsi significativa.

Come nasce il tuo interesse verso la professione dell’editor, tra l’altro non sempre così facile da spiegare specialmente ai non addetti ai lavori? E come la gestisci rispetto alle altre tue attività?

Negli ultimi anni ho recensito centinaia di libri su rivista e ho intervistato tantissimi autori, noti e meno noti. Da quando è nata la mia collaborazione con Lankenauta, la mia attività di divulgazione si è concentrata maggiormente sulle proposte della piccola e media editoria italiana, una realtà molto interessante, animata da protagonisti coraggiosi, laboriosi, in grado di dar spazio e visibilità ad autori meritevoli che spesso vengono ignorati altrove.

L’interesse verso la figura dell’editor è nato quando, grazie al contatto con numerose case editrici, si è concretizzata la possibilità di collaborare con loro e ho capito che in molte circostanze il mio contributo poteva essere significativo. Non è stato infrequente che abbia fatto da anello di congiunzione tra autori in cerca di editore ed editori alla ricerca di autori.

La gestione delle varie attività a cui mi dedico è frutto di una buona organizzazione, di metodo, di idee chiare e di determinazione.

Qual è secondo te la qualità migliore che un editor deve possedere?

Le qualità necessarie sono tante poiché si ha che fare ogni giorno con una grande quantità di variabili. Si va dalla capacità di entrare subito in sintonia con il testo e quindi con l’autore, a indispensabili capacità psicologiche e relazionali, fondamentali per poter gestire un rapporto cordiale, di collaborazione e di sano confronto con autore e direttore editoriale. In molti casi quello dell’editor è un lavoro di maieutica: individuando i limiti e le potenzialità inespresse di un testo, ma anche i suoi punti di forza, fa in modo che emerga a tutto tondo, nel migliore dei modi, la verità che vi è custodita. Per poter fare ciò è necessario avere un occhio affinato, che nasce solo con l’esperienza, con la lettura e la scrittura, lo studio metodico, l’aggiornamento costante. Si aggiunge a tutto ciò la necessità di conoscere bene la realtà editoriale odierna, le linee editoriali e le collane, le novità e gli autori, per poter rispondere alle richieste precise di un editore che sa quel che vuole e che, di regola, non pubblica a caso. Altra qualità indispensabile è il fiuto qualora si faccia opera di scouting o si debba decidere di puntare su un testo piuttosto che su un altro. Non vanno dimenticate, inoltre, la predisposizione al lavoro di squadra, l’idea che si faccia parte di un gruppo e che la collaborazione, il confronto, la discussione con le altre figure fondamentali di una casa editrice concorrano alla crescita personale e collettiva.

Negli ultimi anni si sono creati diversi ruoli e differenti definizioni nel mondo editoriale, cosa che a volte genera anche un pizzico di confusione. Redattore editoriale – Editor – Consulente editoriale – Collaboratore editoriale. Tu come ti rapporti in base al tuo ruolo e come ti definisci?

Quando si collabora con una o più case editrici ci si trova a svolgere più ruoli contemporaneamente, a seconda delle richieste e del tipo di relazione avviata. Si va inevitabilmente dal correttore di bozze al consulente, all’editor in senso stretto. A me piace molto lo scouting. Quando noto un autore con una voce autentica, che ha capacità e che si prodiga al meglio perché crede in quello che fa, mi viene naturale segnalarlo a un editore che potrebbe ulteriormente valorizzarlo.

Darsi dunque una definizione sarebbe in realtà un limitare qualcosa che non si può limitare.

Quale competenza pensi che sia necessaria in questo mestiere al di fuori della sfera prettamente tecnica?

Quando si lavora a stretto contatto con qualcuno, bisogna lavorare di psicologia, puntare molto sulla relazione, avere un buon grado di empatia, ma anche doti di chiarezza e di onestà intellettuale, quest’ultima sia nei confronti dell’autore, al quale non occorrono menzogne ma solo verità che lo facciano progredire, sia nei confronti dell’editore.

La più grande gioia che hai provato come editor?

C’è gioia ogni volta che giungi alla fine di un percorso, che hai tra le mani un testo sul quale hai lavorato per mesi e che alla fine ti appare valido, compiuto, pronto per fare i primi passi nel mondo e incontrare i lettori. Se devo indicare un episodio in particolare, recentemente sono riuscito a far incontrare una scrittrice più volte candidata allo Strega ma mai pubblicata da una casa italiana con un editore nostrano. A breve il libro sarà disponibile ovunque.

Un aggettivo che definisca il tuo lavoro.

Avvincente. Se si ha la giusta mentalità, la giusta propensione a mettersi in gioco, diviene una continua scoperta. C’è sempre la possibilità di raggiungere ottimi risultati, come pure di veder valorizzate le proprie competenze.

Grazie Gianluca, nel salutarti e augurarti buon proseguimento nel tuo percorso editoriale, ti lasciamo chiedendoti una riflessione: cosa prevedi nel mondo editoriale di domani?

Abbiamo visto tutti come il mondo editoriale sia cambiato negli ultimi decenni. In una realtà futura in cui la facile accessibilità ai mezzi e al mercato da parte dei singoli autori potrebbe portare ognuno a essere editore e promotore di se stesso, riusciranno ad affermarsi solo gli editori in grado di dare alla propria attività un’impronta originale, una linea editoriale coerente, che garantisca una forte riconoscibilità, un qualcosa cioè che li renda davvero unici e quindi indispensabili. L’alternativa è di finire in un magma indistinto, segnato dall’ipertrofia delle proposte, nel quale sarà difficile per gli autori avere visibilità, come pure per il lettore distinguere ciò che vale da ciò che non vale.

Il profilo Facebook di Gianluca Massimini e sito internet

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